Rubrica mensile che fa luce, e il cielo sa se ce n’è bisogno, sui misteri della programmazione italiana delle nostre serie preferite, per poterle consigliare ai nostri nonni o vederle noi doppiate, tanto per lamentarci di quanto fanno pena voci e adattamento. Inoltre potrebbe essere simpatico, per una volta, capire di cosa diamine possiamo parlare con quegli amici che si ostinano a guardare le serie in tv. Prima di scoprire che non ne vale affatto la pena e depennarli definitivamente dalla nostra rubrica.
Il mese di Marzo per la tv in chiaro è secondo solo all’inizio dell’autunno per quantità di serie trasmesse: un po’ la primavera che mette tutti di buonumore, un po’ anche la fine di un certo tipo di garanzie pubblicitarie sugli ascolti. Forse più la seconda. Per questo vedremo tra pochi giorni un diluvio di serie, soprattutto procedurali, ma non solo, che hanno deciso di esordire proprio a fine inverno. Va inoltre notato come anche la tv in chiaro, dopo quella satellitare e digitale a pagamento, cominci a ridurre di molto le proprie finestre d’attesa tra l’Italia e gli Stati Uniti: ne è esempio Rai 2 che nei primi 10 giorni di marzo trasmette senza soste una serie di procedurali (ma anche la serie che guiderà la nostra top five) come NCIS o Hawaii Five-O a poca distanza (3/4 mesi massimo, cioè nulla per i ritmi generalisti) dalla messa in onda USA.
È arrivato però il momento della nostra top 5, prima che Rai 2 cambi idea e ci faccia vedere le repliche di Lost per la 9 milionesima volta.
5° posto: Ashes to Ashes (dal 3 Marzo, h. 21.10, RAI4)
Se avete amato la versione britannica di Life on Mars (e se non l’avete amata consultate uno specialista), questo ne è una via di mezzo tra seguito e spin-off. Al posto di Sam Tyler c’è Alex Drake, al posto degli anni ’70 gli anni ’80: ciò che resta, e che rende sempre gustosa la serie BBC è Gene Hunt, personaggio straripante che messo di fronte ai colori accecanti e all’edonismo ipocrita degli anni ’80 reagisce con la sboccata ironia che lo contraddistingue. Mostrando pure di avere, se non un cuore, la capacità di farsi coinvolgere da una donna. L’anti-Miami Vice.
4° posto: Touch (dal 20 Marzo, Fox)
Nuova serie Fox, tanto in patria che da noi, e nuova serie in quasi contemporanea: e pure la nuova serie di Jack Bauer Kiefer Sutherland che dopo aver salvato il mondo a lot, proprio come Buffy, in 24 si è trovato un personaggio dal carattere opposto, e anche dal ceto sociale: da agente dell’anti-terrorismo a operaio, da eroe di arrogante potenza a personaggio quasi dimesso. E se lì la figlia era una menagramo pazzesca che da sola ha combinato più guai che tutta Al-Qaeda, qui è un bambino autistico capace però di carpire i numeri segreti che legano le varie persone e i vari eventi dal mondo, tanto da poterli – nuovamente – salvare. Il pilot, presentato in anteprima, è intrigante, ma va da troppe parti: saprà la serie farci capire cosa ne sarà del tocco di questo bambino?
3° posto: The River (dal 1° Marzo, h.21.00, SkyUno)
So che se cito Paranormal Activity vi viene voglia di ammazzarvi, ma questo è meglio: l’uomo dietro l’idea è lo stesso, Oren Peli, ma qui usa l’espediente delle telecamere (non di servizio, ma di un’emittente che sta girando il documentario sulla ricerca di un anchorman scomparso) per realizzare un horror avventuroso a metà tra Fitzcarraldo – senza il genio di Herzog – e Cannibal Holocaust – senza eccessi splatter. Non tutti sono convinti, forse anche per il solito snobismo verso la struttura verticale, ma le prime puntate ci hanno consegnato un prodotto efficace, intelligente, persino riflessivo e critico nell’uso del linguaggio. Alla faccia dell’horror in soggettiva.
2° posto: Misfits (3^ stagione, dal 4 Marzo, h.22,45, Fox)
Non è piaciuta a nessuno, tanto da finire nel peggio dell’anno scorso secondo Serialmente: però i supereroi maledetti di Overman hanno una marcia in più, nel modo beffardo in cui ignorano il bon ton del comic book, nell’originalità quasi cialtrona con cui sfruttano i mezzi (e i set) limitatissimi, nell’irriverenza di tutti i personaggi. Certo, l’assenza di Nathan è un macigno (ma anche la sua presenza lo era) e i nuovi poteri e personaggi convincono poco: ma pensate a Heroes. E tornate ad amare Misfits.
1° posto: The Good Wife (3^ stagione, dal 6 Marzo, h. 22.40, Rai2)
Parlare bene di The Good Wife su Serialmente significa sfondare decine di porte aperte, ribadire l’ovvio, e anche se qualcuno ha fatto notare – almeno per i primi episodi – le difficoltà della stagione, il legal drama dei King è evidentemente la migliore serie in chiaro della tv americana. È di qualche giorno fa la frase in un articolo del New Yorker (mica Diva e donna o Panorama) secondo cui “The Good Wife è per il dibattito digitale ciò che The Wire è stato per la guerra alla droga”. Totale e spericolato: come dire che The Social Network è il Quarto potere dell’era digitale. Ardito, ma vero. E la straordinaria composizione dei personaggi, la suspense articolata delle storie, la capacità dei registi di donare classe e finezza a trame all’apparenza consunte è più di quanto la CBS (o Rai2) potesse mai sperare.
Postilla
Come detto, marzo è un mese ricchissimo, soprattutto nei primi dieci giorni: Rai 2 farà una settimana di première tra cui, come detto la 9^ stagione di NCIS e la 3^ di NCIS:L.A., la 2^ di Hawaii Five-O, e la 2^ di Blue Bloods. Sul fronte dei procedurali risponde Mediaset Premium con la 4^ di The Mentalist e gli esordi di Memphis Beat e Suits, mentre il re di tutti i procedural, C.S.I. è doppio: l’undicesima stagione su Italia 1 e la 12^ su FoxCrime. Gloria anche per Showtime con la 3^ di Nurse Jackie su SkyUno e la 3^ di Californication su Italia 1. E per chi non ne ha abbastanza di svenevolezze targate Shonda Rhimes, arriva per voi su FoxLife la 5^ stagione di Private Practice.
Al prossimo mese, se il giovanilismo farlocco del doppiaggio di Lauren Socha non vi ha steso.
L'articolo Italians Do It Later – Marzo sembra essere il primo su Serialmente.
